Schweitzer Fachinformationen
Wenn es um professionelles Wissen geht, ist Schweitzer Fachinformationen wegweisend. Kunden aus Recht und Beratung sowie Unternehmen, öffentliche Verwaltungen und Bibliotheken erhalten komplette Lösungen zum Beschaffen, Verwalten und Nutzen von digitalen und gedruckten Medien.
Appoggiata al davanzale della piccola finestra, guardava fuori: sempre lo stesso panorama, le stesse montagne che immobili si stagliavano lontano, oltre il prato, oltre i boschi; e giù, in fondo, alla fine della vallata, la cittadina con i suoi campanili, le case ben arroccate e il cielo a volte nuvoloso, a volte sereno, a seconda delle stagioni.
Con gli occhi seguiva le acrobazie degli uccelli che volteggiavano nell'aria ancora fredda, quasi per riscaldare i corpicini infreddoliti. Il loro squittio lacerava il silenzio del primo mattino, in quel particolare momento magico in cui la luce ancora pallida del sole tenta di scacciare le ultime ombre della notte; la natura sembrava tenere il fiato, in attesa di chissà quali eventi. Ma ancor più misterioso era il silenzio quando la nebbia nascondeva le montagne e la cittadina in fondo alla valle affondava nel nulla. Allora anche gli uccellini tacevano, discreti, forse ancora insonnoliti, indecisi se incominciare la giornata o rimandare a più tardi. Possibile però che, prevedendo un cambiamento di clima, fossero già migrati verso luoghi più caldi, dove la nebbia è sconosciuta e il sole, soltanto per un breve lasso di tempo, si nasconde alla terra.
Non sapeva perché, ogni mattina prima di scendere giù in cucina per lavarsi, darsi una pettinata specchiandosi appena, più che altro per rimettere in ordine qualche ciocca di capelli ribelle al pettine, non certo per guardarsi sul serio, desse un'occhiata fuori. Quello spettacolo la incantava ogni volta. Inconsapevolmente tentava di prolungare quel primo incontro con la realtà, quel breve intervallo fra il sonno e la veglia che le permetteva per un tempo indeterminato di restare in bilico sulla linea di demarcazione fra la notte e il giorno, fra i sogni sempre opprimenti e la natura rimasta fuori, indifferente a quanto accadeva dentro le pareti di quella casa, dentro il suo corpo di donna.
Ma forse cercava soltanto una conferma. Ancora una volta la luce le permetteva di ritrovare il mondo come lo aveva lasciato il giorno prima, immobile, immutato. Le Dolomiti in tutta la loro innocenza primordiale occupavano sempre lo stesso posto, oltre la valle, lontane e decise a starsene lì per i secoli a venire; un punto fermo, una sicurezza che la tranquillizzava.
Forse l'unica sicurezza.
Una commozione profonda, quasi un senso di tenerezza indefinibile la prendeva ogni volta che scopriva uno strato di nuova neve sulle loro cime, sui fianchi. La notte, maternamente, aveva provveduto a nascondere con una leggera coltre bianca la crudezza della roccia viva, bruciata dal sole. Era come se quel velo di neve ne ammorbidisse i contorni, restituendo loro la verginità, la purezza di tempi assai remoti.
Tanto maggiore era la sua attesa quando, nelle giornate di primo autunno, dall'alto delle montagne scendevano densi ammassi di nebbia che ne annullavano i contorni, fino a farli scomparire. Ogni volta una sorpresa. La nebbia si allungava oltrepassando la valle fino a raggiungere il prato davanti alla sua casetta, e tutto sembrava sprofondare in una specie di bagno turco, mentre sulle cime delle montagne i primi raggi di sole scacciavano le nubi. In quei momenti le sembrava di vivere in un mondo pieno di magia. Restava allora incollata alla finestra più a lungo del solito. Cosa sperava si nascondesse dietro quel fitto velo? Un desiderio, una speranza infantile?
Lì dove era nata lei, la nebbia era di casa per alcuni mesi dell'anno, e quando finalmente il sole riusciva a squarciare la fuliggine umida che saliva su dal fiume, non si avvistavano le cime di nessuna montagna, ma cespugli, sterpaglie lungo il greto del fiume e qualche casa colonica sparsa qua e là, fra distese di terra coltivata. La pianura e la nebbia le avevano trasmesso fin dall'infanzia il senso di uno spazio infinito in cui vagare, un vuoto dove era possibile perdersi, annullarsi. Ma anche un indescrivibile senso di desolazione in cui le sembrava di annegare. E allora aveva la sensazione di vivere alla superficie della solitudine. Solo alla superficie, perché non avrebbe mai voluto vederne il fondo, anche se ne sentiva l'attrazione. Quasi un'eredità che si portava dietro dal tempo dei tempi, come una maledizione.
Da bambina non aveva immaginato che ci potesse essere qualcosa al di là di quelle nebbie. Non sapeva che oltre quello spazio infinito c'erano altri spazi, ben definiti, chiari nelle loro linee. Magari pieni di luci, senza segreti.
Il mondo per lei cominciava e finiva lì dove aveva aperto gli occhi la prima volta, fra le pareti della sua casa. Altre volte aveva aperto gli occhi, altrove, quasi la vita le avesse riservato una serie di nascite tutte diverse, in diversi luoghi.
Col tempo aveva scoperto altre pareti, altri spazi e il suo orizzonte si era allargato assumendo dimensioni mai sospettate; c'era da perdersi tanto le era sembrata immensa la casa della sua infanzia. Le stanze grandi e buie si infilavano le une nelle altre, divise solo da porte alte e nere, che era possibile aprire solo se riusciva a trascinare una sedia e salirci su, perché le maniglie erano a un'altezza proibitiva; e passare da una stanza all'altra significava trovare un mondo sconosciuto, imprevedibile, pieno di pericoli. Forse dietro ogni porta l'aspettavano spettri, mostri, e chissà quali altre creature fiabesche che già allora popolavano la sua fantasia, disturbando i suoi sonni.
Senza contare l'universo oltre il vetro delle tante finestre, inaccessibile e lontano. Stranamente lontano. Sempre.
Tempi remoti nei quali ancora adesso si smarriva, soprattutto di notte, quando lei, creatura senza peso e senza corpo, si aggirava nel mondo sfuocato dei sogni, in cui forme e linee si sovrapponevano le une alle altre, prive di contorni, di limiti; senza alcuna relazione con la realtà, la fisicità degli oggetti che la circondavano. Altri sogni ora turbavano il suo sonno, non più creature fiabesche e irreali, come durante l'infanzia.
Qui la notte era più misteriosa, aveva una sua corporeità: la terra di colpo sprofondava in un buio quasi palpabile, più buio del buio stesso, tanto diverso dalla mezza oscurità cittadina cui era abituata; e lei sentiva il peso, la potenza di quelle ombre, ma anche la loro magia, specie quando la luna, come un enorme riflettore appeso da qualche parte nel cielo, ne spezzava la densità e illuminava di una luce fredda e chiara l'inconcepibile fragilità di quelle montagne, svelandone tutti i segreti.
In autunno, quando l'aria era particolarmente tersa e trasparente, aveva scoperto i grandi segreti del cielo, la quantità infinita di stelle, lo spazio immenso, infinito. L'universo allora sembrava denudarsi davanti ai suoi occhi, mostrando anche le parti più intime e nascoste, invisibili agli occhi umani.
Non ricordava in quale stagione dell'anno fosse arrivata quassù, ma subito, appena calata la sera, aveva scoperto un altro mondo, un'altra natura; soprattutto il fascino del silenzio; il senso arcaico della vera solitudine, del vero silenzio. Quasi da toccare con mano.
Ma anche la propria unicità di essere umano.
Sola sulla faccia della terra, fra montagne grandiose, vere pietrificazioni di eternità, lontane e inaccessibili, e un cielo immenso, vibrante di una vita segreta.
Per la prima volta aveva percepito l'esistenza dell'Eterno e l'estrema modestia del suo essere soltanto una creatura umana su un pianeta che vagava nell'immensità di un universo senza tempo; una sensazione assai inquietante l'aggrediva soprattutto di notte, quando gettava uno sguardo furtivo fuori la porta di casa prima di chiuderla, e sentiva più intensa la propria solitudine. La propria piccolezza.
Alzarsi, lavarsi, vestirsi, accendere il fuoco in cucina per farsi un caffè, bollire il latte. Questi i riti di ogni mattina, riti che doveva assolvere per iniziare, dopo una notte angosciata da sogni spesso confusi, un nuovo giorno.
Lunghe ore di attesa (di che?), vuote in parte di pensieri, o meglio con qualche piccolo indizio di pensiero: aveva imparato ad attaccare i suoi pensieri alle parole. Chi vive solo non sa più neanche parlare, raccontarsi anche le cose più banali, perché le parole nascono insieme ai pensieri e lei, già da tempo, aveva deciso di sbarrare la porta, di non lasciare spazio ai pensieri. Ma nel sottofondo indugiava qualcosa di irrisolto, un leitmotiv che non la lasciava un secondo, giorno e notte. Non era un ricordo, lo sapeva bene. Era qualcosa di impreciso che si portava dentro da molti anni, una sorta di scena vuota nella quale si era svolta una grande vicenda. Una scena che ostinatamente si rifiutava di riempire degli attori e delle azioni che avevano determinato il corso della sua vita.
Una volta le era capitato di vedere il palcoscenico vuoto di un teatro. Ne era rimasta affascinata. Era stato assai difficile allontanarsi, tanto era l'incantamento che ne proveniva; un vuoto tutto da riempire, aveva pensato allora. La scena, un palcoscenico niente affatto grande, con uno sfondo di palchetti, due file di palchetti sovrapposti, le tende chiare abbassate: cosa si nascondeva dietro quelle tende? Un teatro con due file di palchetti anche sul palcoscenico, privo di fondali. Se avesse sentito le spiegazioni della prof avrebbe capito che, in altri tempi, sul quel palco si riunivano i soci dell'Accademia dei Timidi...
Dateiformat: ePUBKopierschutz: Wasserzeichen-DRM (Digital Rights Management)
Systemvoraussetzungen:
Das Dateiformat ePUB ist sehr gut für Romane und Sachbücher geeignet - also für „fließenden” Text ohne komplexes Layout. Bei E-Readern oder Smartphones passt sich der Zeilen- und Seitenumbruch automatisch den kleinen Displays an. Mit Wasserzeichen-DRM wird hier ein „weicher” Kopierschutz verwendet. Daher ist technisch zwar alles möglich – sogar eine unzulässige Weitergabe. Aber an sichtbaren und unsichtbaren Stellen wird der Käufer des E-Books als Wasserzeichen hinterlegt, sodass im Falle eines Missbrauchs die Spur zurückverfolgt werden kann.
Weitere Informationen finden Sie in unserer E-Book Hilfe.