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Palais-Royal - Passages couverts - Galerie Vivienne - Galerie Colbert - Librairie Jousseaume - Librairie Galignani - Librairie Delamain - Bibliothèque Nationale (site Richelieu) - Comédie Francaise - Librairie Jousseaume
Siamo in uno dei luoghi di Parigi che più traboccano di storia. Il Domaine national du Palais-Royal ( 8 rue de Montpensier, 75001) è il complesso che comprende il palazzo reale, le gallerie, due teatri di cui uno è la Comédie Française e un rigoglioso giardino che è un'oasi verde per una pausa di relax nella bellezza. Attualmente è sede di edifici istituzionali (vi sono ospitati il Ministero della Cultura, il Consiglio di Stato e il Consiglio costituzionale), ma il palazzo era stato voluto dal cardinale Richelieu come sua residenza, diventando poi in seguito dimora della famiglia Orléans finché, sul finire del Settecento, cambiò decisamente pelle: sotto Luigi Filippo ii e nelle mani dell'architetto Victor Louis si trasformò in appartamenti e i suoi portici iniziarono a ospitare caffè, teatri, negozi ma anche esercizi ambigui come case da gioco e bordelli.
Anche qui il classico si fonde col contemporaneo: nella Cour d'Honneur domina l'installazione Les Deux Plateaux, più nota come "Les Colonnes de Buren", duecentosessanta colonne di altezza varia a strisce verticali bianche e nere, che faranno divertire anche i bambini. E dopo il relax in questo giardino segreto nel cuore di Parigi è d'obbligo un giro tra la Galerie de Valois, la Galerie de Montpensier e la Galerie de Beaujolais tra ristoranti, caffè e antiquari.
Il Palais-Royal fu anche luogo prediletto di oratori e patrioti e qui ebbe inizio l'insurrezione che poi portò alla Rivoluzione francese, finché, tra alterne vicende, fu adibito a edifici governativi. Non manca tuttavia una valenza letteraria: nel xx secolo, tra gli scrittori e artisti che lo scelsero come dimora, spiccano Jean Cocteau che visse in rue de Montpensier 36, e Colette in rue de Beaujolais 9.
La Parigi della Belle Époque ha visto tra le sue protagoniste anche Colette (1873-1954), all'anagrafe Sidonie-Gabrielle. Donna straordinaria, eclettica, anticonformista, fu scrittrice, attrice e giornalista, ebbe tre mariti e vari amori anche omosessuali e diventò un mito in Francia, capace di guadagnarsi onori come raramente era accaduto prima a una donna.
Nata in Borgogna nel 1873 in una famiglia che ne incoraggiava la curiosità e l'amore per l'arte e la lettura, sposò molto giovane Willy, pseudonimo di Henry Gauthier-Villars, critico, giornalista, scrittore discreto la cui fortuna si costruiva scoprendo - e sfruttando - giovani lucrosi talenti tra i quali la giovane moglie. Un po' pigmalione un po' affarista, ne plasma vita e carriera spronandola a scrivere le storie di bambina e adolescente che Colette era solita raccontargli, rendendole un po' più piccanti. Nacque così il fortunatissimo personaggio di Claudine, protagonista di una serie di romanzi di successo (anche se a lungo firmati solo da Willy).
Una volta liberatasi dal matrimonio e dall'ingerenza di Willy, per Colette iniziò anche una nuova carriera, quella di attrice (si esibì anche al Moulin Rouge) non senza scandali dentro e fuori dalle scene, come quello insieme alla marchesa Mathilde de Morny, detta Missy, solita abbigliarsi da uomo. Scrittrice prolifica (la sua commedia Gigi fu interpretata da una giovane Audrey Hepburn), morì il 3 agosto del 1954 e fu la prima donna francese a ricevere funerali di Stato (nel cortile d'onore del Palais Royal), venendo poi sepolta al Cimitero di Père-Lachaise.
La sua Parigi è quella dei club letterari e dei music hall, dei salotti mondani e delle feste trasgressive, del Moulin Rouge, del Trocadéro e del Cafè de Flore.
Dal 1938 la sua dimora fu l'appartamento al primo piano affacciato sui giardini del Palais-Royal, che lei stessa definiva "un village dans la ville". Specie negli ultimi anni, fiaccata dall'artrite, osservava il mondo da lì, chiusa nelle stanze ricolme di libri, oggetti, ricordi, ricevendo, ormai famosa, le visite di artisti, intellettuali e ammiratori e ottenendo l'onorificenza di Grand'ufficiale della Légion d'honneur l'anno prima di morire.
E la passeggiata può proseguire nei famosi passages couverts, sentendosi come nella Belle Époque. Queste gallerie coperte nacquero soprattutto nella prima metà del xix secolo, per permettere di godersi vetrine, boutiques e terrazze di caffè e ristoranti al riparo dalle intemperie. Si diffusero soprattutto tra il 1823 e il 1831 nella zona dei Grands Boulevards, ma anche qui intorno al Palais-Royal.
Meraviglie di vetro e metallo, tra il xix e il xx secolo Parigi arrivò a contarne fino a centocinquanta, ma la loro prosperità non resistette all'avvento dei grandi magazzini, che ne offuscarono la popolarità e li fecero cadere in rovina.
Oggi ne rimangono una trentina e tra i più belli nei pressi del Palais-Royal ci sono la Galerie Vivienne e la Galerie Colbert. Un paradiso per gli occhi ma anche per il cuore dei bibliofili.
La prima, realizzata tra il 1823 e il 1826, tra soffitti in vetro, lampadari in ottone, mosaici sul pavimento (opera dei mosaicisti friuliani Facchina), custodisce una delle più antiche librerie parigine, la Librairie Jousseaume (45-46-47 Galerie Vivienne), qui dal 1846, dove perdersi tra migliaia di libri rari e antichi nella sua architettura d'epoca. Un vero gioiello nascosto che non poteva non diventare Monument historique.
Varcare la soglia di una libreria per poi perdersi tra gli scaffali e il profumo delle pagine è uno dei passatempi preferiti di ogni turista letterario, e a Parigi diventa un'attività paradisiaca. Le librerie sono innumerevoli, per tutti i gusti, c'è addirittura un sito che le censisce e le mappa ( www.parislibrairies.fr). E alcune di loro hanno storie preziose da raccontare.
Lo sappiamo, la più famosa è probabilmente la Shakespeare and Company, che non è certo la più antica, eppure di vite ne ha avute addirittura due. Di lei naturalmente parleremo, ma intanto vogliamo azionare la macchina del tempo e andare ben più indietro, al 1801. Fu allora che aprì per la prima volta le sue porte la Librairie Française et Étrangère fondata da Giovanni Antonio Galignani, un italiano originario di Palazzolo, che in anni di instabilità sociale e politica si assunse il rischio di proporre pubblicazioni in lingue straniere. Di origini lombarde, i Galignani erano editori fin dal xvi secolo, attivi tra Padova e Venezia, finché a inizio Ottocento il loro discendente aprì a Parigi una libreria con sala di lettura specializzata in volumi inglesi, in rue Vivienne, a pochi passi dal Palais-Royal e dai suoi portici affollati di librai. Suo fu anche il primo giornale pubblicato in lingua inglese a Parigi, "Messenger", dedicato a politica, economia e cultura. La libreria divenne ben presto un punto di incontro per viaggiatori, scrittori e per la comunità internazionale che passava dalla Ville Lumière, desiderosi di sfogliare gli ultimi arrivi dall'Inghilterra ma anche i libri di viaggio. Del resto quella era l'epoca d'oro delle sale di lettura: la capitale francese ne contava oltre cinquecento.
In seguito si trasferì al 224 di rue de Rivoli, dove si trova ancora oggi, affacciata sui Giardini delle Tuileries, con le sue alte scale e le boiseries, da cui campeggia ancora il busto del fondatore. Da qui passava anche Hemingway, come altri personaggi noti, da Charlie Chaplin, a André Malraux, a Patrick Modiano ( www.galignani.fr).
La Galerie Colbert non ospita negozi ma una magnifica cupola di vetro, la storica brasserie Le Grand Colbert, in stile Art Nouveau, l'Istituto nazionale di Storia dell'arte (inha) e, cosa che piacerà ai bibliofili, appartiene alla Bibliothèque nationale de France.
Per raggiungere la sua sede storica basterà andare dall'altra parte di rue Vivienne, al numero 5.
Questo palazzo seicentesco, in origine dimora del Cardinale Mazzarino, ha riaperto finalmente le sue porte a settembre 2022, dopo ben dodici anni di lavori di rinnovamento che l'hanno restituita al suo splendore. Oltre alla biblioteca di ricerca, ospita un nuovo museo, uno spazio per esposizioni temporanee, giardino, libreria, caffè e soprattutto la grandiosa Salle Ovale, visitabile gratuitamente.
Sarebbe decisamente riduttivo considerarla "solo" una biblioteca: qui si varca la soglia di un vero e...
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