Capitolo 1
In principio - Creazione e caos
Il Vuoto e i Primi Esseri
Prima che il sole splendesse nel cielo mattutino, prima che le montagne si lanciassero verso il cielo, prima che la prima onda si infrangesse su una riva che ancora non esisteva, non c'era nulla. Non il dolce nulla di una stanza silenziosa o il pacifico nulla del sonno profondo, ma il nulla assoluto che sfida la comprensione umana: un vuoto così totale che nemmeno l'oscurità potrebbe esistere al suo interno, perché l'oscurità stessa richiede qualcosa contro cui essere oscura.
I Greci chiamavano questo nulla primordialeCaos(KAY-oss), e dalla nostra prospettiva moderna, potremmo immaginarlo come il vuoto assoluto, uno spazio senza materia, energia o persino la possibilità di esistenza. Eppure il Caos non era semplicemente uno spazio vuoto in attesa di essere riempito. Secondo Esiodo, il cuiTeogoniarimane il nostro resoconto antico più completo della creazione, il Caos possedeva un terribile potere creativo: la capacità di far nascere l'esistenza dal non-essere, di evocare l'essere dall'abisso del non-essere.
Da questo vuoto incomprensibile emersero le prime entità coscienti, esseri così fondamentali da rappresentare le forze fondamentali necessarie al funzionamento dell'universo.Gaia(GUY-ah), la Terra stessa, non nacque come un pianeta che ruotava nello spazio, ma come il solido fondamento su cui avrebbe poggiato tutta l'esistenza futura. Era sia luogo che persona, sia il terreno sotto i piedi che ancora non esisteva, sia una coscienza divina capace di pensiero, desiderio e terribile vendetta.
Contemporaneamente a Gaia sorseEros(EH-ross), non il paffuto cherubino dei biglietti di San Valentino, ma una forza cosmica di attrazione e connessione. Questo Eros primordiale era il potere che avrebbe unito esseri separati, la forza fondamentale che rende possibili la procreazione, l'alleanza e persino il conflitto. Senza Eros, l'universo rimarrebbe un insieme di entità isolate, per sempre separate, per sempre sole.
Tartaro(TAR-tar-us) emerse anche dal Caos, un regno così profondo sotto la Terra da esistere tanto nello spazio metafisico quanto nella realtà fisica. Il Tartaro non era semplicemente una prigione sotterranea per i malvagi, ma il fondamento più profondo dell'universo, il luogo in cui la giustizia cosmica avrebbe infine depositato coloro che sfidavano il giusto ordine dell'esistenza.
Finalmente è arrivatoErebo(EH-reb-us), la personificazione dell'oscurità primordiale, eNyx(NICKS), l'incarnazione della Notte. Questi esseri non rappresentavano l'assenza di luce - perché la luce non esisteva ancora per essere assente - ma le forze fondamentali dell'occultamento, del mistero e dell'ignoto. Nyx, in particolare, si sarebbe dimostrata così potente che persino Zeus, re degli dei, avrebbe imparato a temerla.
Gli antichi narratori avevano compreso qualcosa di profondo nel porre questi esseri al fondamento dell'esistenza. Riconobbero che prima che potessero esistere eroi e malvagi, dei e mortali, storie d'amore e tragedie, dovevano esserci i mattoni fondamentali della realtà: un luogo in cui stare (Gaia), una forza da connettere (Eros), una profondità da contenere (Tartaro) e un mistero da esplorare (Nyx ed Erebo).
Questi esseri primordiali non crearono l'universo attraverso un'azione deliberata, come un artigiano che modella l'argilla o un architetto che progetta un edificio. Erano piuttosto l'universo che prendeva coscienza di sé, i primi sussulti di consapevolezza nel vuoto cosmico. La loro stessa esistenza rappresentava la transizione dal nulla assoluto alla possibilità del tutto.
Ciò che colpisce i lettori moderni è il modo in cui questa antica storia della creazione si confronta in modi inaspettati con la comprensione scientifica contemporanea. Proprio come i fisici parlano di forze fondamentali - gravità, elettromagnetismo, forze nucleari forti e deboli - che governano tutte le interazioni nell'universo, i Greci identificarono poteri fondamentali che avrebbero plasmato tutte le narrazioni mitologiche future. La stabilità di Gaia avrebbe ancorato ogni storia. Eros avrebbe guidato ogni relazione. Il Tartaro avrebbe imposto la giustizia cosmica. Nyx avrebbe preservato i misteri che rendono le storie degne di essere raccontate.
Anche i Greci compresero che la creazione non è un processo ordinato e netto. Il caos non genera armonia, ma forze che inizieranno immediatamente a interagire, a entrare in conflitto e a generare nuove complessità. Dal momento in cui questi esseri primordiali vennero all'esistenza, il palcoscenico fu pronto per un dramma su scala cosmica.
Guida alla pronuncia degli esseri primordiali:
? Caos: KAY-us ? Gaia: RAGAZZO-ah ? Eros: EH-ross ? Tartaro: TAR-tar-us ? Erebus: EH-reb-us ? Nyx: NICKS Nascita del Cielo e della Terra
Gaia, pur essendo nata dal nulla, non rimase sola nella sua solitudine primordiale. In quanto incarnazione del potere creativo della Terra, possedeva la capacità di generare nuovi esseri dalla propria sostanza, e il suo primo atto creativo avrebbe stabilito la relazione fondamentale che avrebbe definito il cosmo per le ere a venire.
Senza un partner o un aiuto esterno, Gaia ha generatoUrano(oo-RAH-nus), il cielo stellato. Non era semplicemente la cupola blu che si estendeva sopra di noi, ma la personificazione vivente del cielo: vasto, eterno e onnicomprensivo. Urano emerse come uguale a Gaia per dimensioni e portata, progettato per coprirla completamente e fungere da dimora per gli dei beati che un giorno avrebbero abitato il regno celeste.
La relazione tra Gaia e Urano rappresenta il primo grande matrimonio cosmico, l'unione tra Terra e Cielo che sarebbe diventata un modello fondamentale nelle mitologie di tutto il mondo. Eppure, non si trattava di una dolce storia d'amore tra forze complementari. Fin dall'inizio, la loro unione portava in sé i semi del conflitto che avrebbe finito per lacerare il cosmo.
Urano discendeva su Gaia ogni notte, e il loro accoppiamento generò la prima generazione di esseri divini. Ma a differenza delle forze primordiali emerse dal Caos attraverso processi misteriosi e inspiegabili, questi nuovi esseri nacquero attraverso una riproduzione biologica riconoscibile, affermando la procreazione come metodo primario di espansione cosmica.
I loro primi figli furono iTitani(TIE-tan), dodici esseri di enorme potenza e dimensioni. Sei Titani maschi-L'oceano(oh-VEDERCI),Coeus(VEDERCI),Crius(PRENDICI),Iperione(high-PEER-ee-on),Giapeto(occhio-AP-eh-tus), eCrono(KRON-oss)-erano bilanciati da sei Titani femmine oTitanidi(tie-TAN-ih-deez)-Teti(TEE-questo),Phoebe(FEE-ape),Theia(TE-ah),Mnemosyne(neh-MOSS-ih-nee),Temi(THEE-signorina), eRea(REE-ah).
Ogni Titano incarnava aspetti specifici dell'ordine naturale e cosmico. Oceano rappresentava il vasto fiume che gli antichi credevano circondasse il mondo. Iperione personificava la luce che si muove nel cielo. Mnemosine era il potere della memoria stessa, senza la quale nessuna storia poteva essere preservata o tramandata. Temi incarnava la legge divina e la condotta corretta, la forza che mantiene l'ordine sociale e cosmico.
Ma la fertilità di Gaia e Urano non si fermò con i Titani. Ne produssero anche treCiclopi(sospiro-KLOH-peez)-Brontë(BRON-teez),Steropi(ster-OH-peez), eArge(AR-jeez) - giganti con un occhio solo i cui nomi significavano Tuono, Fulmine e Luce. Questi esseri avrebbero poi forgiato i fulmini che Zeus avrebbe brandito come armi.
I più terrificanti di tutti erano i treEcatonchiri(hek-ah-ton-KY-reez), i Centomani-Cotto(CAT-noi),Briareo(bry-AIR-ee-us), eGige(RAGAZZO-accidenti). Ognuno di loro possedeva cinquanta teste e cento braccia, il che li rendeva esseri di un potere così schiacciante che la loro stessa esistenza sembrava minacciare la stabilità del cosmo appena formato.
Eppure, non appena questi possenti esseri nacquero, Urano prese una decisione che alla fine lo avrebbe portato alla rovina. Inorridito dall'aspetto mostruoso dei Ciclopi e degli Ecatonchiri, e forse intuendo la minaccia che rappresentavano per la sua supremazia, li costrinse a tornare nelle profondità di Gaia, imprigionandoli negli spazi oscuri della Terra stessa.
Questo atto di ingiustizia cosmica causò a Gaia un dolore tremendo, sia fisico che emotivo. La prigionia dei suoi figli nel suo corpo le creò una sofferenza costante, ma più di questo, rappresentò una violazione dell'ordine naturale. I bambini dovrebbero crescere e prosperare, non essere nascosti per paura e vergogna.
L'angoscia di Gaia per i suoi figli imprigionati avrebbe guidato la fase successiva dello sviluppo cosmico. Il suo amore per tutta la sua prole, anche la più mostruosa, e la sua rabbia per la loro ingiusta punizione, l'avrebbero portata a complottare contro il suo stesso marito e compagno. La perfetta unione tra Terra e Cielo aveva già iniziato a incrinarsi, preparando il terreno per la prima grande guerra in cielo.
La storia di Gaia e Urano stabilisce modelli che riecheggeranno in tutta la mitologia greca: la tensione tra generazioni, la paura di essere spodestati dai propri figli e il modo in cui l'ingiustizia crea le condizioni per la propria punizione. Introduce anche il concetto che nemmeno gli dei sono esenti da conseguenze:...