Schweitzer Fachinformationen
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La terrazza del piccolo ma lussuoso1 ristorante è tutta occupata, non ci sono tavoli liberi. La luce del sole si riflette2 sui bicchieri di spritz e prosecco, nell'aria calda si sente il rumore di risate3 e di voci rilassate.
Stefano rimane fermo per un momento, con un'agenda4 con la copertina nera sotto il braccio. È arrivato troppo tardi. A Venezia, se vuoi trovare un tavolo in un bel ristorante vicino al Canal Grande, devi arrivare molto prima.
Guarda ancora una volta il canale e le persone eleganti che si godono5 il sole e la vista, poi si gira e va verso l'uscita.
Domani devo arrivare prima, pensa.
È un posto così rilassante. Stefano è sicuro che qui è facile trovare l'ispirazione.
L'ispirazione. È a Venezia da quasi una settimana, ma ancora non ha avuto nessuna nuova idea.
È quasi arrivato alla porta, quando sente una voce bassa che gli parla in modo gentile: "Scusi?"
Si ferma, si gira e vede un anziano signore ben vestito. È seduto a un tavolo, da solo. "Sì?" risponde Stefano.
"Sta cercando un tavolo? Io sono da solo. Se vuole può sedersi qui, c'è una sedia libera. La vista del canale non è eccezionale, ma c'è un po' di sole e il cibo qui è davvero ottimo."
Per un momento Stefano è indeciso6.
È venuto in questo ristorante per sedersi vicino al Canal Grande, ma c'è qualcosa di interessante in quest'uomo anziano così educato.
"Grazie mille, molto gentile, accetto volentieri."
Il signore si alza in piedi e dà la mano a Stefano: "Savini."
"Piacere, io sono Stefano."
L'uomo fa un sorriso gentile e Stefano lo osserva più attentamente.
È alto, ha le spalle larghe, le braccia robuste e le mani grandi. Ha la pelle del viso abbronzata7 e segnata dal sole. Porta vestiti eleganti ma semplici. I vestiti di un uomo che ha molti soldi, ma che ha lavorato duramente per averli.
Sì, i vestiti gli stanno benissimo. A parte, forse, il foulard8 blu che porta al collo.
Stefano si siede e per un momento rimangono in silenzio9, mentre Stefano si guarda intorno.
Il tavolo è nella parte posteriore10 della terrazza del ristorante, in una posizione tranquilla e quasi isolata. La vista sul Canal Grande non è molto buona, ma sotto di loro passa un rio11 che porta al Canal Grande.
Il cameriere arriva e porta al Signor Savini un piatto di pasta. "Grazie, Mattia. E vorrei un altro spritz. Per Lei, Stefano?"
"Lo stesso."
Il cameriere va via e Stefano indica12 il piatto. "Prego, mangi pure, non voglio disturbare il suo pranzo."
"Ah, no, è un'insalata di linguine, un piatto che va servito freddo13," dice il Signor Savini con un sorriso. "Mi dica, Stefano, di dov'è?"
"Di Torino. Sono a Venezia per una breve vacanza."
"Davvero? Quando ho visto la sua agenda, ho pensato a un uomo d'affari in viaggio di lavoro."
"Oh, no. Questo è solo per i miei appunti14."
"I suoi appunti?"
"Sì, sono uno scrittore. Sto usando questa vacanza per cercare idee per il mio prossimo romanzo15."
"Davvero? Allora è venuto nel posto giusto. Venezia è molto stimolante16 da questo punto di vista."
"Sì, sono d'accordo, è una città stupenda."
"Sì, bellissima, ma soprattutto è una città di grandi tragedie."
Gli spritz arrivano e Stefano nota che il signor Savini guarda il suo orologio e poi il rio.
"Ha vissuto qui tutta la sua vita, Signor Savini?", chiede.
"Non proprio, ma. Vede quel palazzo di fronte? Vede quelle due finestre? Io sono nato là, in un piccolo appartamento."
Stefano guarda oltre il corso d'acqua e osserva le finestre di un appartamento proprio sopra il livello dell'acqua, nel palazzo all'angolo tra il rio e il Canal Grande.
Dietro una finestra vede un'anziana signora elegante. "E quella è sua moglie, Signor Savini?" chiede, ma quando si gira verso l'uomo, vede che il signor Savini non sorride più.
"No, quella è la moglie di mio fratello." E il veneziano beve un lungo sorso17 del suo spritz e controlla ancora una volta l'ora. "Mi dica, Stefano. Ha voglia di ascoltare una delle storie tragiche di questa città?"
"Certo, con grande piacere!"
Il signor Savini sorride, ma Stefano nota18 qualcosa di strano nella sua espressione.
"Allora, c'è un gondoliere che ha due figli belli e forti. Da adulti anche loro fanno i gondolieri. La famiglia vive felice e in pace. I fratelli si dividono19 la gondola, i clienti e i soldi che guadagnano. Abitano insieme nella casa di famiglia sul Canal Grande. Entrambi sono forti e coraggiosi. Il fratello più grande sa parlare bene e racconta ai suoi clienti le storie della città. Il fratello più piccolo ha una bellissima voce e canta per i clienti.
Così, tutto va bene per molti anni, ma un giorno il fratello maggiore si innamora di una veneziana. Le chiede di sposarlo, e lei risponde di sì. Ma il gondoliere non sa che anche suo fratello è innamorato di questa donna, e che la ama così tanto che è pronto a fare qualsiasi cosa per averla.
Il signor Savini si ferma, guarda la donna alla finestra della casa, poi beve un altro lungo sorso.
"Una notte," continua, "mentre il fratello maggiore sta ritornando a casa in gondola, succede un terribile incidente. È buio20 e il gondoliere non vede un sottile filo metallico21 teso22 sopra l'acqua che va da un lato all'altro del rio. Il filo prende23 il gondoliere alla gola. Il gondoliere cade dalla gondola e finisce nell'acqua scura di Venezia."
"E annega24?" chiede Stefano, che sta scrivendo velocemente la storia sull'agenda.
"Annega? No. È un vero veneziano. I veri veneziani non annegano. Ma è ferito25 in modo grave. Per molte settimane rimane a letto, con un'orribile ferita26 sul collo. Una ferita così brutta che la donna che ama non ha il coraggio di andarlo a trovare27. Non lo vuole più vedere. Lei vuole sposare un gondoliere forte e affascinante, non un uomo debole e ripugnante28."
Il signor Savini controlla l'ora ancora una volta.
"Così sposa il fratello minore?"
"Sì, Stefano, esatto. Il gondoliere è un uomo finito. Sa che è stato suo fratello a mettere il filo sul rio, ma nessuno gli crede. I rapporti con suo padre e con la famiglia diventano sempre più difficili. Una sera lo mandano via di casa e gli dicono di non tornare mai più. Il giorno del matrimonio del fratello lui è in chiesa, nascosto29, a guardare la cerimonia. poi scompare30."
"Poveretto31." dice Stefano, lasciando la penna. "Questa è davvero una storia tragica."
Allora il signore sorride. "Ma, Stefano, questa non è la fine della storia. Vede, Le ho detto che i veri veneziani non annegano mai. Mentre esce dalla chiesa, l'uomo fa un giuramento32. Giura di ritornare per vendicarsi33 di suo fratello. E così viaggia per tutto il mondo, fa ogni tipo di lavoro. Quando ha guadagnato...
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