Mario Rapisardi (1844-1912), scrittore, poeta, classicista, docente universitario e libero muratore, è una di quelle figure che dovrebbero essere di buon grado celebrate come assoluti e indiscussi giganti della letteratura italiana ed europea, eppure pochi oggi conoscono il suo nome e leggono le sue straordinarie opere. Sul "Vate Etneo" - come egli stesso si appellò nel suo autoritratto poetico in stile foscoliano presente nel poema Atlantide, è calata nel corso del Novecento una tacita damnatio memoria, sicuramente non del tutto imputabile a Santa Romana Chiesa, che pur tenacemente sempre lo osteggiò per il suo libero pensare, per la sua visione panteistica della spiritualità, per il carattere "eretico", anti-dogmatico e "irreligioso" di certi suoi testi e per la sua fiera appartenenza massonica.
Ma Rapisardi non è stato solo un libero pensatore, un grande erudito, uno scrittore e un poeta. È stato un intellettuale a 360 gradi, uno dei massimi protagonisti della cultura e della letteratura italiana del XIX° secolo. E come tale è doveroso considerarlo, valorizzarlo e riscoprirlo.
Come sosteneva Rapisardi, «In un avvenire più o meno lontano l'armonia delle facoltà poetiche con le filosofiche formerà probabilmente l'originalità vera e la grandezza durevole di un poeta. Il poeta che è stato e sarà sempre un creatore di immagini e di miti sarà nello stesso tempo un creatore di idee e di sentimenti, precursore ed apostolo di civiltà».
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ISBN-13
979-12-239-5884-1 (9791223958841)
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