"Dei delitti e delle pene" è un saggio scritto da Cesare Beccaria nel 1764 che esplora la natura dei delitti e delle pene in uso all'epoca. Beccaria propone un approccio illuminista alla questione, sostenendo che le leggi e le pene devono essere riformate per rendere la società più giusta ed equa. Egli sostiene che le pene devono avere un effetto deterrente sui crimini e devono essere proporzionali al crimine commesso. Egli sostiene anche che le pene devono essere utilizzate per riabilitare i criminali, invece di semplicemente punirli. Il saggio ha avuto un'ampia influenza sulla pensiero giuridico e politico, sia in Italia che in Europa e America. La presente edizione presenta una prefazione di Francesco Ginesu (Aonia edizioni).
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Broschur/Paperback
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Höhe: 229 mm
Breite: 152 mm
Dicke: 8 mm
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ISBN-13
978-1-4478-5582-8 (9781447855828)
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Schweitzer Klassifikation
Cesare Beccaria è stato un giurista e filosofo italiano del Settecento, noto per il suo contributo alla riforma del sistema penale. Nato a Milano nel 1738 e morto nel 1794, ha studiato giurisprudenza all'Università di Pavia e ha iniziato la sua carriera come avvocato, ma ha presto abbandonato questa professione per dedicarsi alla scrittura e alla filosofia. Ha fatto parte di un gruppo di intellettuali illuminati a Milano (Accademia dei Pugni) e ha lavorato per promuovere idee di progresso e di uguaglianza sociale. Il suo lavoro più importante è stato il saggio "Dei delitti e delle pene", pubblicato nel 1764, in cui criticava la crudeltà e la disumanità della pena di morte e della tortura, e proponeva un sistema di punizione basato sulla rieducazione e sulla prevenzione del crimine. Il suo lavoro ha contribuito a far cambiare l'opinione pubblica su questi temi e ha influenzato le riforme giuridiche in tutta Europa e in America.